In ogni parte del mondo il Natale viene festeggiato in diversi modi e con diverse tradizioni. Se in Italia a Natale non può mancare il panettone, negli Stati Uniti sono d’ obbligo il tacchino e mince pies.
In Australia invece a Natale fa davvero caldo: si gira in costume da bagno e si canta all’ aperto tutti insieme al lume di candela per festeggiare il Natale. Mentre in Giappone il Natale è l’ occasione per fare le pulizie di casa in modo meticoloso ! In Cina il Natale sta diventando il Festival del Regalo, dato che la Cina è ormai un paese che ha raggiunto il traguardo del consumismo. E in Etiopia ogni anno a Natale si rinnova la fede in Cristo con il Battesimo collettivo. Da un Paese all’ altro, ecco un viaggio attraverso le usanze e le tradizioni del Natale nel mondo.

NATALE E CAPODANNO AL CALDO DELL’ AUSTRALIA

In Australia il Natale e il Capodanno cadono proprio nel bel mezzo delle vacanze estive. Il Natale in Australia viene fe­steggiato all’ aperto, abbronzati e con abiti estivi ! L’ evento più famoso del Natale in Australia è il “Carols in the candlelight“: il canto delle odi natalizie a lume di candela. A Natale in Australia le persone si incontrano tutte insieme la sera e intonano le canzoni tradizio­nali sotto un cielo stellato. Nascono così dei concer­ti all’ aperto ricchi di emozioni. Sembra che questa tradizione trovi le sue origini nel XIX secolo e diven­ne per prima popolare a Melbourne nel 1930. Oggi l’ evento più noto è quello che si tiene ancora a Mel­bourne la notte di Natale nei giardini King’s Demain Gardens al Sydney Mayer Music Bowl.

LE CONTRADDIZIONI DEL NATALE E DEL CAPODANNO IN CINA

In Cina, uno dei Paesi più popolati al mondo, il numero dei cristiani oscilla tra i 60 e i 200 milioni, ma si tratta in ogni caso di una percentuale scarsissima (tra l’ l% e massimo il 3% della popolazione totale della Cina). Una cifra comunque in continuo aumento con le conseguenti preoccupazioni delle autorità locali. In Cina si tende sempre più a festeggiare Natale e Capodanno se­condo gli usi occidentali, non tanto per una convin­zione religiosa quanto a seguito del recente successo economico della Cina, al punto che il periodo del Natale in Cina vie­ne chiamato “Festival del Regalo”. I numeri dello scorso anno sono impres­sionanti: l’ ultimo fine set­timana del 2009 prima del Natale, i negozi in Cina sono stati presi d’ assalto da 9 milioni di persone e sulle strade sono comparsi 15 mila giganteschi abeti elettrici. Non male se si pensa che negli ultimi anni la Cina è stata la principale esportatrice di alberi di Natale sintetici, controllando il 95% del mercato mentre gli operai non avevano la minima idea di cosa stessero fabbricando. Il Natale in Cina si chiama Sheng Dan Jieh che significa Festival della Santa Natività. L’ Albero di Natale in Cina è l’ Albero della Luce e viene decorato con meravigliose lanterne, con fiori e con striscioni di car­ta intrecciata e colorati che sono simbolo di felicità.

NATALE E CAPODANNO IN ETIOPIA: PREGHIERA E MEDITAZIONE

I cristiani dell’ Etiopia aderiscono alla Chiesa Copta. Il Natale in Etiopia, chiamato Canna, si festeggia il 7 gennaio. La celebrazione del Natale in Etiopia avviene con riti specifici all’ in­terno delle chiese scavate nella roccia o in quelle di nuova costruzione. Uomini e donne siedono separati e ciascuno entra in chiesa con una candela. La ceri­monia del Natale in Etiopia è particolarmente suggestiva, con canti e cori e può arrivare a durare 3 ore. Nei giorni dei festeggia­menti di Natale, in Etiopia migliaia di pellegrini si mettono in viaggio per raggiungere le città sante di Gondar e Lalibela. Anche Addis Abeba si prepara con solennità alle celebrazioni del Natale. Dodici giorni dopo il Canna, il 19 di gennaio, gli etiopi festeggiano per tre giorni il Timkat che celebra il bat­tesimo di Cristo che è la festa principale. Le persone si radunano nelle piazze e in attesa che si formi il corteo cittadino, cantano e ballano sotto il sole. Il cibo tradi­zionale di Natale in Etiopia include tra tutti un piatto chiamato wat, fatto di carne con verdura e certe volte anche con le uova, un piatto decisamente speziato.

NATALE E CAPODANNO IN GIAPPONE: REGALI E BUONASORTE

II Natale in Giappone è arrivato grazie ai missionari cristiani. Ora la tradizione natalizia in Giappone è osservata a livel­lo nazionale. Lo scambio di regali è molto apprezzato a Natale, come molte delle tradizioni occidentali che hanno progressivamente preso piede anche in Giappone, fra cui il tacchino. In alcuni posti del Giappone c’è perfino l’ albero di Natale collettivo. Anche il Giappone ha il suo Babbo Natale, è chiama­to Hoteiosho e viene sempre raffigurato come un anziano signore che porta un pacco enorme. Si pen­sa che Hoteiosho abbia gli occhi dietro alla testa e i bambini devono essere buoni perché Hoteiosho vede da tut­te le parti. Il giorno più importante dell’ anno in Giappone è però il primo gennaio: quel giorno le case vengono pulite da cima a fondo e vengono decorate, tutti si vesto­no elegantemente. Il padre poi fa il giro della casa con tutta la famiglia dietro e scaccia gli spiriti mal­vagi, lancia negli angoli dei fagioli essiccati in modo da cacciare gli spiriti e far entrare la buona sorte.

LE MILLE LUCI DI NEW YORK TRA NATALE E CAPODANNO

Se si va a New York nel periodo natalizio non si può che restare ammaliati dalle luci, dalle decorazioni, dai ne­gozi in cui echeggiano le canzoni di Natale. A New York a Natale tutti sono in giro per lo shopping con trionfi di pacchi e pacchettini. New York è famosa anche per la pista di pattinaggio sul ghiaccio al Rockfeller Center, dove troneggia l’ albero più alto: un abete nor­vegese che supera i 20 metri e con oltre 30 mila luci. Nel melting pot convivono diverse tradizioni. Babbo Natale a New York si chiama Santa Claus e prende il nome da San Nicola. Nel periodo di Natale a New York si decorano le case con vischio, agrifoglio e rami di albero, e si pranza con il tacchino alla salsa di mirtil­lo. Poi c’è il Christmas pudding: un budino con salsa al brandy accompagnato dalle mince pies (tortine di pasta frolla con frutta secca considerate il cibo preferi­to di Babbo Natale). A New York è una tradizione anche la prepa­razione delle mince pies: bisogna mescolare il ripieno delle mince pies rigorosamente in senso orario o si rischierà la malasorte !

NATALE IN NORVEGIA: IL PROTAGONISTA è UN ELFO

In Norvegia i doni natalizi arrivano da un piccolo elfo dal nome Julebukk che appare sotto le sembianze di una creatura simile alla capra. La tradizione di Julebukk risale ai tempi dei Vichinghi che adoravano Thor (noto anche come dio del tuono) e la sua capra. Durante le ce­lebrazioni pagane in Norvegia, una persona vestita con una pelle di capra e che portava la testa di una capra entrava all’ im­provviso nei festeggiamenti e quindi nel corso della serata. Questa celebrazione venne poi proibita dalla Chiesa e dallo stato, salvo poi “riapparire” nei festeg­giamenti tradizionali sotto le sembianze del Julebukk.